La scoperta della pila
Alessandro Volta afferma: “Questo è un gran passo [sommabilità delle tensioni delle coppie metalliche con interposti conduttori umidi] da me fatto sulla fine del 1799, passo che mi ha condotto ben tosto alla costruzione del nuovo apparato scuotente, ecc.; il quale ha cagionato tanto stupore a tutti i Fisici; a me grande soddisfazione, ma stupore non molto dopo l’anzi detta scoperta, che mi promettea bene un tal successo”.
Il 20 marzo 1800, Volta invia a Sir Joseph Banks una lunga lettera che viene letta in una adunanza, rimasta celebre, della “Royal Society” e poi pubblicata sulla rivista “Philosophical Transaction…”. La lettera e il successivo lavoro contengono la notizia dell’invenzione della pila; Volta descrive con grande chiarezza, e senza particolari preamboli, “l’organo elettrico artificiale”, solo in seguito chiamato pila, e lo presenta come ricostruzione “dell’organo elettrico naturale” della torpedine.