Elettrometria ed elettrologia

Intorno agli anni ’80, Volta cominciò ad interessarsi in modo sistematico di elettrometria, «cette partie de la Science, qui ayant été trop negligée», soprattutto in occasione dei suoi studi sulla meteorologia elettrica. Dapprima cominciò ad apportare varie modifiche agli elettroscopi allora in uso, in modo da aumentarne la sensibilità e renderli confrontabili. Successivamente fu in grado di aumentare di un fattore maggiore di cento la sensibilità dei suoi strumenti associando agli elettrometri un dispositivo da lui appositamente realizzato: il condensatore.

Elettroforo condensatore (Tempio Voltiano, Como)

Elettroforo condensatore (Tempio Voltiano, Como)

E ancora nel 1782 insieme a Lavoisier e a Laplace studia l’elettrizzazione dell’aria ricercandone la causa. Dello stesso 1782 è una piccola memoria letta al Musée de Paris nello stesso anno, “Sui fuochi dei terreni e delle fontane ardenti … di Pietra-mala“, pubblicata nelle memorie della società italiana di scienze del 1784. In “Opuscoli scelti sulle scienze e sulle arti” del 1784 farà seguito un’appendice che tratterà dei fuochi di Velleia.

Autografo di Volta: introduzione al poemetto del 1764 sulla polvere pirica, l’oro tonante e i fuochi fatui (Cart. Volt. B. I., Istituto Lombardo)

Autografo di Volta: introduzione al poemetto del 1764 sulla polvere pirica, l’oro tonante e i fuochi fatui (Cart. Volt. B. I., Istituto Lombardo)