Scienziati | Restaurazione

Gli scienziati al tempo della Restaurazione

Gli scienziati al tempo della Restaurazione

André-Marie Ampère, fisico, matematico e chimico francese (1775-1836).
Fece importanti studi nei campi della matematica delle probabilità, della geometria e del calcolo delle variazioni. In una lettera al chimico J. Berthollet (1814) egli espose l’ipotesi pubblicata indipendentemente tre anni prima da Avogadro. Fu autore di teorie fondamentali nel campo dell’elettrodinamica, termine da lui coniato per definire lo studio delle azioni reciproche di correnti elettriche.
Venuto a conoscenza dell’esperienza di Oersted (1820), dimostrò l’equivalenza tra un filo percorso da corrente e un magnete, assimilando quest’ultimo a un insieme di correnti elettriche orientate.
Nel 1827 espose la teoria matematica completa dei fenomeni elettrodinamici.
In essa contenuta la cosiddetta “formula di Ampère”,  che consente di calcolare la forza tra due elementi infinitesimi di corrente.

 

Charles Babbage, inventore e matematico inglese (1791-1871).
Progettò e in parte realizzò macchine calcolatrici, da lui chiamate“Difference Engines”.
La più perfezionata fu tuttavia la “Analytical Engine”, un calcolatore numerico universale con programma perforato, che oggi è considerato precorritore della cosiddetta “macchina di Turing” e del moderno computer.
Con il suo programma a schede perforate, derivato dai cartoni del telaio jacquard, e con la sua memoria, per quanto solo meccanica, essa aveva una potenza di calcolo stupefacente per i tempi.
L’amica Ada Byron, figlia di Lord Byron, diventata Lady Lovelace, divulgò più tardi la “macchina analitica” di Babbage, per la quale scrisse i primi “programmi” della storia dell’informatica.

 

Sadi Carnot, fisico francese (1796-1832).
Figlio del matematico e uomo politico Lazare Carnot, considerato uno dei fondatori della termodinamica.
Nel lavoro del 1824 Réflexions sur la puissance motrice du feu, egli prese in esame i fattori che influiscono sulla produzione di energia meccanica nelle macchine termiche, e soprattutto nelle macchine a vapore.
Qui egli enunciò una teoria generale delle macchine termiche e delle trasformazioni cicliche, formulando il secondo principio della termodinamica (“principio di Carnot”).
Dimostrò inoltre che il rendimento delle macchine termiche dipende dalle temperature alle quali operano (“Teorema di Carnot”) e fornì una prima descrizione del ciclo termodinamico reversibile compiuto da un gas perfetto (“ciclo di Carnot’).

 

George Cuvier, naturalista e biologo francese (1769- 1832).
Nelle Leçons d’anatomie comparée pubblicate nel 1805, fondò l’anatomia comparata e la paleontologia dei vertebrati, enunciando, tra gli altri, il principio delle correlazioni organiche.
Fu così in grado di determinare specie fossili, basandosi su pochi frammenti ossei, e di classificare molti vertebrati estinti (Recherches sur les ossements fossiles, 1812).
In polemica con l’evoluzionismo di Lamarck, formulò nel Discours sur les revolutions du globe (1825) l’ipotesi di successive catastrofi, atte a spiegare l’estinzione di certe specie e l’origine di altre.

 

Michael Faraday. fisico e chimico inglese (1791- 1867).
Nel  182 1, stimolato dalle esperienze di Oersted, cominciò a interessarsi all‘elettromagnetismo, puntualizzando le teorie formulate da Ampère. Nel 1831 scoprì il fenomeno dell’induzione elettromagnetica e due anni dopo formulò la teoria dell’elettrolisi stabilendone le leggi quantitative e qualitative, che portano il suo nome.
Enunciò la teoria dell’elettrizzazione per influenza e dimostrò che un conduttore incavo (gabbia di Faraday costituisce uno schermo per le azioni elettriche.
Nel 1845 realizzò L’elettromagnete che porta il suo nome.
Per tutta la sua vita operò presso la Royal Institution di Londra, dove poté disporre di un proprio laboratorio.

 

Karl Friedrich Gauss, matematico, fisico e astronomo tedesco (1777-1855).
Fu uno dei più grandi matematici di tutti i tempi, meritandosi l’appellativo onorifico di princeps
mathematicorum
.
Nel 1801 pubblicò le Disquisitiones arithmeticae. Diede la prima sistemazione rigorosa dei numeri complessi, studiò le congruenze, fondò la teoria dei numeri algebrici. Nel 1801 determinò l’orbita del pianetino Cerere, scoperto dall’astronomo italiano G. Piazzi, utilizzando metodi di approssimazione basati sul criterio dei minimi quadrati e sul principio della distribuzione degli errori.
Ottenne risultati di grande importanza nel calcolo delle probabilità (curva ‘a campana” o “degli errori” di Gauss). In geometria studiò la curvatura e le proprietà relative a questa. In fisica matematica creò la teoria del potenziale e in fisica elaborò raffinati metodi di misura del campo magnetico terrestre e, in generale, delle forze di attrazione e repulsione proprie dell’elettricità e del magnetismo.

 

Hans Christian Oersted, fisico e chimico danese (1777-1851).
Nel 1820 scoprì il campo magnetico generato da una corrente elettrica, partendo dall’osservazione casuale dello spostamento dalla posizione di equilibrio di un ago magnetico durante il passaggio di una corrente elettrica, generata da una pila di Volta, in un filo.
Oersted sfruttò le correnti generate dalle pile per studiarne gli effetti su aghi magnetici.
Per ordine di Napoleone, fece costruire una colossale batteria di pile voltaiche all’École Polytechnique di Parigi, nel 1815.

 

George Simon Ohm, fisico tedesco(1787-1854). Nel 1827 pubblicò una grande monografia di carattere teorico sul “circuito galvanico” (Die gaIvanische Kette, mathematisch bearbeitet), uno dei testi basilari per le scienze fisiche dell’Ottocento. In questo lavoro egli diede forma compiuta alla legge che porta il suo nome, secondo la quale l’intensità delle correnti elettriche nei conduttori metallici  è direttamente proporzionale alla differenza di potenziale (tensione) e inversamente proporzionale alla resistenza dei conduttori.