La lucerna ad aria infiammabile
L’ultima applicazione pratica riguarda la realizzazione di una lampada funzionante a gas infiammabile, e dotata di una accensione elettrica, mediante la scintilla prodotta da un piccolo elettroforo.
«Non si tratterà più no di scoppj ed esplosioni violente: all’opposto anzi mi rivolgerò tutto all’arder cheto della mia aria infiammabile nativa delle paludi. Comincio dunque a prevenirla, che penso a costruire una lucerna ad aria infiammabile, che dilettevole senza meno, ma forse anche utile in qualche modo riuscir debba: questa sarà, all’istesso tempo una Clepsidra, ossia specie d’orologio a acqua. Son debitore di parte dell’idea di questa lucerna, anzi dei primi lumi al nostro Padre Campi; i primi saggi pure gli abbiam fatti in compagnia. Egli potrà mostrarle un disegno, che ne ho già abbozzato, e che or vado migliorando.» [Op. VI, p. 149]
Tuttavia l’autonomia anche delle migliori lampade costruite era molto limitata. «J’ai perfectionné la lampe à air infl.: dans celle pour la nuit avec l’air des marais, un bocal suffit pour une heure.» [Ep. I, p. 234] Pertanto, come egli stesso ebbe a dichiarare: «avendo trovato, che vi volevano molti boccali di quest’aria, e de’ recipienti proporzionati, per mantenere una languida fiammella sol poche ore, [decisi] a fare della lucerna medesima un accendi-lume, che è una macchinetta assai comoda, ed elegante». [Op. VI, p. 409]