La scoperta del metano
Del luglio del 1776 è la “Tesi di aerologia” (più esattamente “Proposizioni e sperienze di Aerologie che nel Regio Ginnasio dimostrerà pubblicamente il sig. Don Giuseppe Iossi colla direzione del sig, don Alessandro Volta” (Como, editore Staurenghi)
Costeggiando in barca i canneti presso Angera sul lago Maggiore, Volta, già allertato dall’amico padre Campi che aveva osservato il fenomeno, ha modo di raccogliere il gas che gorgoglia dal fondo melmoso dell’acqua sotto forma di bollicine che, una volta emerse, svaniscono nell’aria.
Egli chiama ‘aria infiammabile nativa delle paludi’ il gas raccolto. Hanno inizio così i suoi studi sul metano e le relative esperienze di combustione in aria [Volta ne espone la teoria in 7 lettere scritte tra il 14 novembre 1776 ed il 15 gennaio 1777 al Padre Campi, che saranno pubblicate nel 1777 dall’editore Marelli di Milano], cui farà seguito la progettazione di un moschetto e di una pistola ad aria infiammabile (in tre lettere del maggio-aprile 1777 al marchese Castelli, pubblicate lo stesso anno in Opuscoli scelti sulle scienze e sulle arti).