Viaggio immaginario
Alessandro Volta: viaggio immaginario nella mente del genio. La Mostra-spettacolo, allestita nel 1999 nelle sale di Villa Olmo a Como, per le quali è stata originariamente concepita, illustra attraverso una serie di fantasiose metafore la personalità e l’opera del profetico scienziato comasco. Servendosi di sofisticate tecniche multimediali, il percorso espositivo ideato dal curatore Pier Paolo Venier ricostruisce la complessa figura del genio settecentesco, uno sperimentatore dai molteplici interessi spinto da un’incessante ansia di conoscenza, che cerca di penetrare nei segreti della natura per impadronirsene allo scopo di favorire il progresso dell’umanità.
Suggestive immagini animate descrivono le principali fasi delle scoperte voltiane fino alla fondamentale invenzione della Pila, soffermandosi sul contrastato rapporto con Galvani e tracciando un sorprendente confronto “dal vivo” tra Volta e i principali scienziati del suo tempo, sullo sfondo dell’Europa e della Francia napoleonica e scossa dalle rivoluzionarie tesi dell’Illuminismo. Alla fine del viaggio ideale nel tempo, il visitatore è indotto a considerare in tutta la sua portata la lungimiranza di Volta in un momento cruciale della storia del mondo, quando stava per iniziare l’era della modernità e si aprivano le frontiere della nuova conoscenza scientifica.
Il percorso della Mostra ha inizio nel monumentale ATRIO della Villa, dove campeggiano – sospesi nel vuoto – un grande e luminoso pezzo di ambra e uno scuro blocco di magnetite: l’elettricità e il magnetismo.
Il momento culminante del percorso è rappresentato dalla SALA DEI DIALOGHI: un conduttore appare in un grande monitor posto nel fondo della sala. Da lui evocata, l’immagine di Volta, scolpita nel busto, collocato sul suo piedistallo al centro della parete di fronte, si illumina e prende vita. Volta, monumento vivente (impersonato dall’attore Gabriele Villa), parla e invita accanto a sé altri personaggi, vissuti prima o dopo di lui, o suoi contemporanei, che hanno contribuito tutti allo sviluppo della scienza elettrica: Newton, Kant, Einstein, Diderot, Joule, Ohm, Faraday, Talete, Franklin, Padre Beccaria, l’Avvocato di Leyda, Ampère, Fermi. Essi appaiono, a dimensione reale, dentro i monitor posti tutto attorno alla sala, affacciati quasi a finestre per le quali attraversano la dimensione del tempo e dello spazio. Tra di loro si sviluppa un sorprendente dialogo.
Le altre “stazioni” della Mostra si susseguono con ritmo rapido e incalzante, riservando momenti di trasognata contemplazione (come la SALA DEL CONTATTO, che per richiamare la teoria del contatto bimetallico di Volta mette in scena niente meno che un rotante e sensuale Amore e Psiche del Canova) e di potente suggestione (come la SALA DEL POTERE, che rievoca in un turbinoso gioco di immagini che si inseguono sulle pareti l’incontro di Volta e Napoleone, la bomba atomica e le dichiarazioni di Truman, Fermi, Oppenheimer, Einstein).
Nella SALA DELLE RANE, in una grande sfera di cristallo, gracidano nel loro ambiente naturale delle rane. Le immagini contrapposte di Volta e Galvani, proiettate su due calotte che abbracciano il terracquario, danno vita a un incalzante e serrato contraddittorio sulla natura dell’elettricità animale.
La successiva SALA DELLA TORPEDINE, in un ambiente quasi subacqueo, dà evidenza spettacolare alla grande metafora scientifica, che vede nell’organo elettrico di un pesce, la torpedine, il corrispondente naturale della Pila di Volta: una metafora che è lo stesso Volta a riprendere nella celebre lettera a Sir Joseph Banks del 20 marzo 1800.
Un angusto passaggio dà spazio alla messa in scena dell’esperimento ideato da Volta per attivare a distanza la sua “pistola ad aria infiammabile” mediante un circuito elettrico. Nelle due lunette che sormontano la finestra e la porta che limitano il locale, due schermi circolari. Sul primo si vedono due mani che, tra bottiglie di Leida ed elettrofori, si preparano a scaricare una scintilla su dei conduttori di rame. Sul secondo, altre mani stanno caricando una miscela esplosiva di aria e metano in una pistola di vetro, all’interno della quale ci sono due elettrodi. Nella canna della pistola viene caricato il proiettile. I due elettrodi vengono collegati ai due conduttori di rame. Sulla base del celebre “Minuetto” di Boccherini, la sequenza richiama da vicino nei ritmi la scena del duello in Barry Lindon di Stanley Kubrick.
Il percorso si conclude nel TEATRINO di Villa Olmo, dove l’immagine del monumento a Volta nell’omonima piazza comasca si colora e si anima in una suggestiva tridimensionalità, per poi scolorirsi di nuovo e tornare monumento. Una scritta appare nell’aria: «Tutto è cominciato con Volta» (Albert Einstein).