Aula Volta
Le lezioni di Volta erano talmente affollate per cui nel 1785 Giuseppe II ordinò la costruzione di una nuova aula per la Fisica (oggi chiamata appunto Aula Volta) nel lato est del Portico Teologico. I Lavori vennero affidati a Leopoldo Pollack, che li concluse nel 1787. L’aula ripete lo schema del Teatro Olimpico del Palladio a Vicenza, con cui presenta analogie sia strutturali sia decorative. Anche il motivo delle nicchie con statue costituisce una chiara citazione del Palladio. Essendosi danneggiato l’originale soffitto piano, l’architetto Marchesi lo sostituì, dopo il 1828, con l’attuale copertura a conchiglia.
Sulla parete sopra la scultura sono raffigurati i più importanti strumenti scientifici inventati da Volta. In particolare, sul lato sinistro, si vedono un elettroforo, una pistola a gas infiammabile, un eudiometro e un apparato per la misurazione della dilatazione isobara dei gas. Sul lato destro, invece, una presentazione di alcuni esperimenti con le rane e una pila collegata conun elettroscopio condensatore.
L’aula conserva una delle tre versioni del busto marmoreo eseguito da Giovanni Battista Comolli (1775-1831), dove fu collocato nel novembre 1831. L’alto piedistallo reca l’epigrafe dettata dall’abate Pietro Configliachi: “ALEXANDER VOLTA, IN RE ELECTRICA PRINCEPSVIM RAIAE TORPEDINIS MEDITATUSNATURAE INTERPRES ET AEMULUS”