Biblioteca | Dispotismo
Interessi storico-economici ed etico-politici caratterizzano la riflessione culturale in Lombardia alla metà del XVIII secolo. Determinante, da questo punto di vista, l’influsso dell’illuminismo, ma anche l’impulso dato dalle riforme teresiane ai commerci e all’economia. A Milano Alessandro e Pietro Verri, e Cesare Beccaria, con la rivista Il caffè (1764-1766), a Napoli Gaetano Filangieri, con la Scienza della legislazione (1870), promuovono la diffusione delle idee riformiste.
Il pamphlet Dei delitti e delle pene (1763), attribuito a Cesare Beccaria. ma probabilmente di Pietro Verri, dimostra l’ingiustizia e l’inutilità dell’uso della pena di morte e della tortura nei processi. L’illuminismo francese elabora in questi anni i suoi contributi più significativi, che tuttora costituiscono alcuni dei fondamenti della civiltà occidentale. Montesquieu, ne Lo spirito delle leggi (1748), afferma la necessità della divisione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario all’interno dello Stato.
Rousseau, ne il contratto sociale (1762), propugna un modello di stato democratico basato sulla libertà e l’uguaglianza dei cittadini; Voltaire, ne Il trattato sulla tolleranza (1763) espone l’esigenza del rispetto delle convinzioni altrui, purché non basate suIl’inganno. Inoltre, Diderot e d’Alembert propongono neIl’Enciclopedia (1751) un nuovo rapporto tra le conoscenze scientifiche e tecniche, favorendo per la prima volta la più ampia divulgazione di queste ultime.
In ambito letterario, se Carlo Goldoni, nei decenni precedenti, aveva rinnovato le forme stantie della commedia dell’arte, dopo la metà del secolo Neoclassicismo e Sturm urnd Drang soddisferanno, per vie antitetiche con Lessing e Schiller l’esigenza illuministica di reazione nei confronti dell’artificialità e della frivolezza del rococò. I contributi filosofici più significativi sono rappresentati dalla Ricerca sui principi dalla Critica della ragion pratica (1788) di Kant, che analizza il conflitto tra libertà morale e determinazione naturale, e dalle Ricerche sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni (1776) di Smith, il primo trattato di economia politica. L’esperienza della Rivoluzione Francese segna profondamente la riflessione culturale coeva in tutta Europa, raccogliendo consensi negli ambienti riformatori, ma suscitando anche perplessità per i suo eccessi.
Se l’illuminista Pietro Verri, nei Pensieri sullo stato politico del milanese nel 1790 (1790) si orienta verso una forma di moderato costituzionalismo, Burke, nelle Riflessioni sulla rivoluzione francese (1790), censura la violenza rivoluzionaria, elogiando l’assetto politico inglese. In ambito letterario. Alfieri e Goethe, entrambi critici nei confronti di questi eventi, percepiscono altresì la crisi delle certezze illuministiche.
La riflessione filosofica è segnata dal contributo di Fichte che, nei Fondamenti di tutta la dottrina della scienza (1794), esalta l’iniziativa dello spirito come affermazione della sua libertà.