I congressi
Nell’ambito dell’Esposizione si tennero anche alcuni Congressi, tra cui il primo Congresso nazionale degli elettricisti italiani e quelle che vennero chiamate le “Fêtes Voltiennes des Télégraphistes”, congresso internazionale dei telegrafisti che si svolse tra Milano (30 maggio), Como (31 maggio-3 giugno), Bologna (5-6 giugno, per rendere omaggio alla città di Galvani), Firenze e Roma (8-11 giugno). A Como i telegrafisti posavano una targa commemorativa alla base del Monumento di piazza Volta.
Il primo congresso nazionale degli elettricisti italiani (Como 18-23 Giugno), indetto su proposta di Giuseppe Colombo, fu introdotto da una magistrale commemorazione di Volta esposta da Augusto Righi, professore all’Università di Bologna, in cui veniva tracciata una sintesi esauriente delle diverse “teorie della Pila” e nella quale fu enunciato il celebre giudizio: «Mercé la Pila l’elettricità cessò, si può dire, di essere quasi esclusivamente oggetto di studio, per divenire mezzo di ricerca potentissimo, fecondo, universale; per essa la scienza poté svelare ed offrire all’uomo una energia multiforme, che già sembra destinata a produrre nell’umana civiltà mutazioni così profonde, da potersi forse paragonare soltanto a quelle che in età remota recò l’uso del fuoco».
Nei giorni 21 e 22 giugno si tennero le Assemblee generali dell’Associazione Elettrotecnica Italiana e della Società Italiana di Fisica. Alessandro Volta junior vi espose la proposta di riunire in un’unica pubblicazione le opere sparse di Volta (futura Edizione Nazionale). Tra i relatori del Convegno: Antonio Pacinotti, Jacobus Henricus Van’t Hoff, Cesare Saldini, Giuseppe Ponzio, Bartolomeo Cabella, Wilhelm Conrad Röntgen. Nei giorni del Convegno il numero di visitatori dell’Esposizione era già arrivato a 100.000. Solamente ancora una settimana, ed ecco che il furioso incendio dell’8 luglio avrebbe impresso una drammatica svolta, da cui peraltro la città e gli organizzatori si sarebbero ripresi con orgoglio e straordinaria efficienza, dando vita in men di due mesi alla Seconda Esposizione («POST FATA RESURGO», titolavano orgogliose le cronache).