L'eudiometro

Nelle paludi presso Angera, sul lago Maggiore, Volta scoprì la presenza di metano, che chiamò “aria infiammabile delle paludi”. Se in un miscuglio di aria infiammabile e di aria comune si fa scoccare una scarica elettrica si ottiene una deflagrazione. Per studiare il fenomeno Volta realizzò un eudiometro, costituito da un tubo di vetro con una imboccatura posta in una bacinella d’acqua e l’altra imboccatura chiusa da un turacciolo di sughero e sigillata con mastice.

Eudiometro conservato al Tempio Voltiano

Eudiometro conservato al Tempio Voltiano

Attraverso il turacciolo passano due fili metallici che terminano all’esterno del tubo con due sferette metalliche. Riempito il tubo con aria e aria infiammabile, Volta faceva scoccare una scintilla, ottenendo uno scoppio, in seguito al quale il livello dell’acqua nella parte inferiore del tubo saliva sensibilmente; ciò mostrava che l’aria infiammabile e anche una parte dell’aria comune “svaniva”, lasciando nel tubo solo aria “flogistizzata”, ossia priva di ossigeno.

Schemi di eudiometri voltiani (da Scelta di opuscoli interessanti tradotti da varie lingue..., Milano)

Schemi di eudiometri voltiani (da Scelta di opuscoli interessanti tradotti da varie lingue..., Milano)

Quando Volta realizzava questi esperimenti (la lettera in cui egli descrive i suoi risultati al chimico inglese Joseph Priestley è del 2 settembre 1777), non era ancora noto che l’aria è un miscuglio di ossigeno e azoto e che la combustione avviene quando il carbonio presente nel combustibile si combina con l’ossigeno dell’aria. Volta realizza questi esperimenti anche con idrogeno ed ossigeno. Nel 1782, a Parigi, li mostra a Lavoisier. Un anno più tardi lo scienziato francese scoprirà la composizione chimica dell’acqua.

Eudiometro

Eudiometro

Durante le sue esperienze sulla combustione dell’idrogeno con l’ossigeno Volta aveva più volte osservato l’apparizione sul vetro del contenitore di una forma di rugiada. Tuttavia non sospettò mai che potesse trattarsi di acqua prodottasi dalla sintesi dell’acqua, in quanto questa idea era abbastanza lontana da quelle che erano in quegli anni le sue conoscenze chimiche.

Disegno dell'eudiometro

Disegno dell'eudiometro

Durante i suoi esperimenti con l’eudiometro, Volta realizza quindi la sintesi dell’acqua, ma non può accorgersene perché il suo strumento contiene acqua; la formazione di acqua in seguito alla combustione dell’idrogeno non sfuggirà invece a Lavoisier (1743-1794), che ripeterà gli esperimenti di Volta con un eudiometro contenente mercurio.